“L’azzardo non è un gioco” in collaborazione con il Gruppo Abele

1. Premessa. L’azzardo non è un gioco – di Marica Guiducci

2. Le ragioni e l’importanza di una ricerca intervento – di Leopoldo Grosso

3. Anziani e gioco d’azzardo. Dall’analisi del tema allo strumento di ricerca – di Francesca Rascazzo e Monica Reynaudo

4. La ricerca “L’azzardo non è un gioco 2013” – di Monica Reynaudo e Francesca Rascazzo

Appendice. Le persone coinvolte nella ricerca


Nel giro di venti anni il dilagare oltremisura delle opportunità di gioco, insieme a una pubblicità martellante e quasi sempre ingannevole, ha determinato in Italia una situazione paradossale. In un paese in cui crescono tutti gli indici delle vecchie e delle nuove povertà; in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli insostenibili e gli anziani sono sempre più a rischio di esclusione per la carenza di servizi sociali il fatturato dell’azzardo ha raggiunto i 90 miliardi di euro. Sostenuta da agguerrite lobbies delle società concessionarie, dentro e fuori il parlamento, l’industria del gioco non avverte la crisi; al contrario si nutre della crisi e della speranza di molte persone, in grande parte anziane, che una vincita possa migliorare la propria condizione di vita.

Si è compiuta una trasformazione del costume degli italiani; una trasformazione antropologica, il cui effetto in termini di costi sanitari e giudiziari per lo Stato è stimato in circa 6 miliardi di euro l’anno. Oggi si contano una slot machine ogni 150 cittadini. Volessimo cercare un confronto col sistema di accoglienza ospedaliera, dovremmo arrenderci allo sconcertante primato per cui a disposizione di ogni cittadino c’è un numero maggiore di slot machine che di posti letto negli ospedali.

Di fronte a questa situazione abbiamo la responsabilità di farci una domanda: quanto tentare la fortuna con la vasta gamma di giochi e di macchinette immesse sul mercato – dalle slot machine, alle videolottery – sia una scelta consapevole o quanto invece sia un bisogno indotto dai professionisti della manipolazione pubblicitaria a tutto vantaggio di enormi interessi economici – purtroppo spesso non sempre nel solco della legalità? In Italia, i giocatori sociali, ossia a basso rischio di dipendenza da gioco sfiorano i due milioni e coloro che si avviano verso una vera e propria patologia sono oltre 800 mila. Molti di questi sono anziani. Il nuovo bacino di affari degli interessi che si muovono intorno all’azzardo sono loro. Ciò perché gli anziani hanno disponibilità di tempo e di risparmi o di una rendita, come la pensione, o anche di sussidi immediatamente e regolarmente utilizzabili. Il rischio maggiore è quello di esaurire in fretta il denaro risparmiato e di non poter riscattarsi dalla povertà perché ormai fuori dal mercato del lavoro. Molti nuovi giochi e i messaggi pubblicitari sono costruiti per sollecitare l’interesse delle persone anziane, i loro desideri e le loro fragilità. Ancora oggi non esistono dati statistici nazionali ufficiali sulla diffusione dell’azzardo tra la popolazione ultra sessantacinquenne, ma dati parziali ed empirici sì: nei giorni di ritiro della pensione si verifica un’impennata di ogni sorta di giochi. Del resto i “gratta e vinci” sono regolarmente venduti negli uffici postali dove si ritira l’assegno previdenziale.

L’Auser in quanto associazione impegnata in favore delle persone anziane, ma attenta all’intergenerazionalità, ha promosso la ricerca, intitolata “L’azzardo non è un gioco” in collaborazione con il Gruppo Abele per colmare un vuoto di informazione e offrire un fondamento analitico a tutti coloro che nelle associazioni, negli enti locali, in parlamento e nel sindacato si battono per arginare il proliferare incontrollato del gioco d’azzardo. Abbiamo distribuito mille questionari nei nostri circoli e intervistato in forma anonima gli iscritti e i volontari dell’Auser. La ricerca ha insistito sul mondo Auser con l’obiettivo di rappresentare la generalità della propensione al gioco nella terza età. Chi meglio di un’associazione che opera per innovare la cultura dell’invecchiamento poteva indagare e comprendere quali sono i comportamenti e le motivazioni che spingono al gioco le persone anziane e quali sono le conseguenze in termini di spesa e di problemi di relazione. La somministrazione dei questionari è stata anche l’occasione per avviare all’interno della nostra rete territoriale, composta di circa mille e quattrocento sedi locali, la riflessione sulla realtà del gioco. L’idea è quella di far crescere tra le persone la consapevolezza della distanza tra l’aspetto ludico del gioco di abilità, nel quale è importante la socialità e l’interazione, dall’esperienza del gioco d’azzardo che si svolge spesso in solitudine e nel quale si rischia di rimanere drammaticamente intrappolati.

Da alcuni l’Auser è in prima linea per risvegliare l’azione concreta dei decisori politici e di tutti coloro che dovrebbero esser interessati al degrado a cui il gioco espone non soltanto le persone ma anche il paesaggio urbano. Abbiamo organizzato iniziative pubbliche coinvolgendo parlamentari, sindaci, amministratori, studenti universitari; siamo stati tra i promotori della Campagna “Mettiamoci in gioco”, alla quale aderiscono associazioni non profit, sindacati, enti locali; abbiamo sostenuto il “Manifesto dei sindaci per la legalità” e il movimento “Non Slot”.

L’azzardo ha assunto un forte connotato sociale. È maggiormente diffuso tra le fasce fragili della società; tra le persone già affette da una dipendenza, tra gli anziani e i più poveri; tra coloro che hanno un lavoro precario o sono disoccupati. I giocatori si impoveriscono non solo per le perdite in denaro. Non vanno trascurati i problemi di salute psichica e fisica, la rottura dei legami familiari, i problemi di ordine giudiziario. La ricerca di soldi spesso conduce all’indebitamento e da qui nella spirale dell’usura. Se ciò non bastasse, con la legislazione in deroga si stanno immettendo oltremisura sul mercato giochi a bassa soglia di accesso (l’Italia è il primo paese al mondo per la vendita di “gratta e vinci”), giochi camuffati da intrattenimento ludico per tutte le età che superano le resistenze del consumatore. I bar, i tabacchi e i pub sono i luoghi dove si scommette di più. Lo stesso contesto urbano si trasforma e si depaupera quando una nuova sala da gioco diventa uno dei principali centri di aggregazione e di relazione per le persone di un quartiere o di una periferia . Le istituzioni e tutte le forze democratiche devono domandarsi quale modello culturale e di sviluppo ne può derivare. Se è eticamente accettabile che lo Stato favorisca la società concessionarie anche mediante una politica fiscale in virtù della quale alcuni giochi sono tassati meno dell’1% . Vanno imposti dei limiti all’apertura di nuove sale da gioco nei pressi delle scuole, degli ospedali, dei supermercati, degli uffici postali ecc.; va dato ai sindaci il potere di governare il fenomeno nei territori di loro competenza; va regolamentata la pubblicità, se necessario va impedita, tutte le volte che è ingannevole e descrive sicure vincite; vanno finanziati, all’interno del sistema sanitario nazionale, i servizi per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco.

Per tutte queste ragioni occorre al più presto una legge quadro. Attualmente un Testo Unico è stato licenziato dalla Commissione Affari Sociali della Camera. È un buon disegno di legge che andrebbe incardinato in una procedura parlamentare d’urgenza per riordinare l’intera materia comprese le ricadute sociali, sanitarie, economiche e fiscali. L’Auser è impegnata a respingere con fermezza l’idea di un’Italia paese dei Balocchi in cui la trasformazione della vita delle persone viene affidata al pensiero magico o alla fortuna. La nostra attesa, anche attraverso questa ricerca che accende una nuova luce sul fenomeno, è quella di recuperare il valore ludico del gioco che si esercita nella relazione con l’altro, in un contesto di inclusione nel quale si sperimenta la propria abilità. All’opposto il dilagare dell’azzardo con il suo portato di esclusione sociale è una ulteriore ferita a un tessuto sociale già messo alla prova da anni di crisi economica. Non dobbiamo dimenticare che la democrazia va preservata anche contrastando i fenomeni che impoveriscono le persone e depauperano le comunità.

Documenti

Scarica documenti informativi

Gioco d’azzardo legale e over65 report