Informazioni base e orientamento

Familiari ed amici della persona che soffre di dipendenza da azzardo possono dare aiuto:

– contribuendo al monitoraggio della gestione economica;

– rendendosi disponibili per spendere parte del proprio tempo con la persona sofferente e/o accompagnandola ai servizi di cura, ove richiesto;

– offrendo la propria presenza ma non denaro, salvo accordi specifici nel quadro di un percorso terapeutico;

– prendendosi cura delle relazioni reciproche: ogni persona migliora il proprio stato di salute mentale quando si trova all’interno di un sistema “sano”: (spesso, la persona che presenta un disturbo da dipendenza esprime un malessere che investe più generalmente la famiglia);

– evitando di colpevolizzare / giudicare la persona che soffre di dipendenza;

– collaborando con il sistema di cura e motivando il paziente a frequentarlo;

Segnali di possibile problematicità

– Frequenti prelievi Bancomat – anticipi di contante con carta di credito, così come addebiti POS importanti presso sale giochi, oppure assegni in cifra tonda a favore di tabaccherie ed altri esercizi dove è possibile giocare d’azzardo.

– Cessioni del quinto non chiaramente motivate, richieste di anticipo di contante a banche e finanziarie, giro di denaro contante non motivato da esigenze note.

– Ricariche frequenti di carte prepagate (trasferimenti di denaro direttamente dal conto alla carta e ricariche da internet, Bancomat o per cassa: in questo modo sull’estratto conto non risultano le ragioni di spesa, ma solo le somme caricate)

– Emissione di cambiali a fronte di prestiti erogati da esercenti di bar o di sale scommesse; 

– Assenze da casa / lavoro non giustificate, ore di ritardo, scuse per coprirle;

– Tendenza alla distrazione, difficoltà nell’essere “presente” in famiglia e nel manifestare interesse per i bisogni / desideri delle persone anche più vicine;

– Scomparsa di oggetti di valore dall’abitazione e minimizzazioni conseguenti: “chissà dov’è finita la collana / l’orologio / …, da qualche parte la troveremo…”;

– “Perdite” di somme significative destinate a pagamenti: “chissà come ho fatto, ho perso i soldi per l’affitto…, forse me li hanno rubati…”;

– Difficoltà / nervosismo nel trascorrere più giorni di seguito in compagnia, fuori dal proprio ambiente;

Cosa si può̀ fare per tutelare il patrimonio di famiglia

1. Quando la persona che soffre di dipendenza è consapevole del proprio stato di malattia, si può concordare la nomina di un Amministratore di Sostegno (AdS), rivolgendosi al Tribunale (art. 404, codice civile).

2. Se invece la persona non riconosce di avere un problema (essendo portatrice, ad esempio, di un disturbo psichiatrico più complesso) e con il suo comportamento mette a repentaglio la propria condizione economica e con essa quella della famiglia, talvolta si rende necessario richiedere l’interdizione o l’inabilitazione per manifesta temporanea incapacità di intendere e di volere

3. Il Magistrato, su istanza dei familiari, può disporre il sequestro conservativo dei beni

Cosa fare in caso di usura

– Se si tratta di prestiti concessi a tassi elevatissimi (usura) da parte di soggetti privati e si è a conoscenza di tali reati, si può ricorrere alla Magistratura parlando direttamente con gli agenti della P.G. (Polizia Giudiziaria), che possono attivare meccanismi idonei ad accertare il reato.

– Se il soggetto che ha subito usura è artigiano/commerciante, può beneficiare dell’art. 20 Legge 23 Febbraio 1999 n.44 per le vittime di usura, che prevede la sospensione dei termini di pagamento delle scadenze per 300 giorni; c’è anche la possibilità di accedere ai Fondi antiusura normalmente gestiti dai Consorzi di Garanzia (Confidi).